Il giro del mondo comincia con un passo.
E con una buona colazione.

di Mark Twain

A Tramp Abroad

Nel 1866 Mark Twain compie un lungo giro d’Europa.
Attracca a Genova, si spinge a Torino, a Venezia, Milano.
Ed è proprio qui che lancia i propri missili contro la “Colazione all’Europea”.
Modesta, insipida, poco allettante. Preceduta da un caffè che non mette gioia. Per un attimo, si chiede perfino se non sia un sogno, il caffè che ricorda nella madrepatria.
Twain esagera, tutto sommato parla di una signora colazione. Simile a un vero e proprio pasto. Di sicuro, da noi la colazione in un albergo o un b&b
si limita troppo spesso a cornetto e caffè.

Prendiamo sul serio l’invettiva di Mark Twain.
Il Book Hostel di Via Piranesi 10 è convenzionato con due bar da leccarsi i baffi.

Vi aspettiamo.

Dopo qualche mese di confidenza con il “caffè” europeo, la mente prende una brutta piega, di conseguenza il destino; uno si chiede se la splendida bevanda di casa, con il suo straterello di crema gialla non sia un puro sogno; alla fin fine se quella bevanda sia mai esistita.
Eccoci al pane “europeo”. Niente male, ok; ma è freddo, duro, poco gustoso; varietà? Sempre la stessa solfa. Segue il burro – sapore scarso, poco genuino; niente sale, fatto di dio sa cosa.
Capitolo “carne”. Certo, ma certo che ce l’hanno, però non sanno come cucinarla. E neppure tagliarla. Arriva in tavola su un modesto piattino tondo di peltro. Naviga al centro di questo piatto, contornata da un letto di patate unte; dimensioni, forma, spessore pari a quelli di una mano umana con pollice e dita mozzate. Un po’ troppo cotta, asciuttina, sapore bello insipido, non mette entusiasmo.
Immaginiamoci un povero esule che contempla questa cosa inerte e immagina un angelo che discende all’improvviso da una terra migliore e gli piazza davanti una maestosa costata di manzo alta cinque centimetri, calda rovente di griglia; circondata da una nuvola di pepe fragrante; arricchita da una colatina di burro fuso di innegabile freschezza e genuinità; i pregiati succhi della carne che colano e inondano un arcipelago di funghi; una gialla città di grasso ben insediata in un distretto della regione della bistecca; immaginiamo che l’angelo aggiunga una grandiosa coppa di caffè americano fatto in casa, sovrastato da una crema schiumosa, un po’ di vero burro, sodo e giallo e fresco, qualche biscotto caldo fumante, tipo caldi biscotti di grano saraceno, succo d’acero – potranno mai le parole bastare per sottolineare l’abisso?